Secondo credenze antichissime le orme o le impronte dei piedi di dei, di santi e di potenti imperatori venivano considerate come segni degni di venerazione dai quali scaturiva una forza magica.
Così ritroviamo rappresentazioni di piante di piedi o di i contorni di essi, già a partire dai monumenti funerari preistorici, tra i disegni rupestri e tra le rappresentazioni scandinave.
Già dall’età della pietra l’uomo copriva i suoi piedi avvolgendoli in pelli di animali; con queste prime “calzature” cercavano di proteggere i loro piedi dalle intemperie, dalle temperature estreme e dalla conformazione del terreno. Più tardi, queste primitive calzature che avevano una pura funzione protettiva diventarono più raffinate.
Grazie a elementi decorativi divennero, nel corso del tempo, espressione del concetto di stile proprio di un certo spazio culturale o di un’epoca, fornendo contemporaneamente, informazioni sulla posizione sociale, sul tipo di vita e sulla personalità del portatore o della portatrice.
Una prima fioritura della cultura della scarpa è avuta durante il regno dei faraoni con i sandali di paglia, di papiro, e foglie di palma intrecciate o di pelle. Calzatura che però era riservata ai reggenti e agli altri dignitari.
Anche gli Assiri, i Babilonesi, e gli Ittiti riconoscevano i sandali come calzature nobili. Con piccole differenze rispetto alle calzature egiziane, i sandali assiri erano dotati di pelle intorno al tallone e lateralmente tenuti insieme grazie a una cinghia, che passava sul collo del piede; nello stesso periodo esistevano già scarpe a becco e stivali tipo ghette utilizzati dagli Ittiti in ambito militare.
Tra i Medi e Persiani invece venivano utilizzati stivali in pelle attillati e tenuti insieme sul collo del piede, ogni calzatura aveva un colore diverso in base al ceto sociale.
I Greci utilizzavano sandali semplici che venivano ornati con lacci dorati o nastri colorati, fino ad arrivare a calzature di lusso, che ricoprivano completamente il piede in pelle pregiata colorata e decorata.
L’utilizzo di calzature differenti, in diversi ceti sociali, era molto più marcato nell’antica Roma; qui erano presenti un numero maggiore di tipi di calzature, grazie alla cultura calzaturiera molto sviluppata e gli scambi culturali che avvenivano nel bacino del mediterraneo.
Nel Medioevo si sviluppa un tipo di scarpa a modello europeo a becco, con la presenza di un sottoscarpa in legno che aveva lo scopo di proteggere la scarpa dal grosso della sporcizia delle strade e far sembrare la persona più alta; con migliorie nel materiale, ampliamento dei modelli e le capacità artigianali sempre più accurate, per creare modelli sempre più lussuosi si arriva al periodo barocco e rococò dove nelle scarpe da signora, il tacco diventa una parte fondamentale.
Osservando lo sviluppo storico della cultura delle calzature è anche interessante sapere che dalle calzature dell’antichità fino alle scarpe a becco nel periodo gotico si è in genere tenuto conto della forma del piede destro e di quella del piede sinistro. Solo a partire dal XVI secolo D.C. si è iniziato a confezionare scarpe uguali per entrambi i piedi.
Nel XIX secolo è stato Hermann von Meyer a stabilire determinate esigenze circa l’adeguamento alla forma del piede nel suo trattato “la giusta forma delle scarpe”. La messa in pratica di queste conoscenze, con la creazione di scarpe adatte ai piedi che adempissero alla richiesta di più luce, più aria e maggiore mobilità per i piedi, non è da vedersi solo sotto il profilo della salute dei piedi, ma erano, come ancora oggi, espressione di una certa filosofia di vita nella quale si rivelano le caratteristiche della personalità, significato che va oltre la funzionalità protettiva della calzatura. Così oggi, come lo è stato nella storia, la scarpa diventa espressione dello stile, del genere di vita, della personalità e può essere vista come una parte della cultura nel suo complesso.
Dott. Calloni – Tecnico Ortopedico
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