Iperestensore a tre punti
E’ stato Inventato tra il 1950 e il 1960 per il presidente John Fitzgerald Kennedy, che soffriva di dolori alla colonna vertebrale nella zona lombare a causa di un forte contrasto avvenuto durante una partita di rugby. Successivamente questi dolori si erano aggravati a causa di una ferita di guerra che si era procurato durante il Vietnam. Anche Ted Kennedy a causa di un incidente aereo che gli causò la frattura di due vertebre lombari, fu applicato un busto con nuove modifiche con la stessa funzione di iperestensione. Con modifiche e migliorie apportate nel tempo, il busto è utilizzato ancora oggi per diverse patologie della colonna vertebrale.
Si compone di un telaio a cornice metallica in lega leggera che, con una placca di spinta mobile posteriore, agisce su tre punti di appoggio iperestendendo la colonna vertebrale.
Al contrario del corsetto gessato che, una volta confezionato non può essere tolto fino al suo rinnovo e per questo agisce in modo continuativo, il corsetto predisposto è invece paziente dipendente.
Esso dovrà seguire con accuratezza e costanza la prescrizione e le indicazioni del medico, facendo si che il busto agisca nel modo ottimale. Diventa così importante il ruolo del tecnico ortopedico nell’adattamento del busto a tre punti.
Con opportune regolazioni ed eventuali modifiche, modellate secondo la conformazione del paziente, si cerca di facilitare ed aumentare la portabilità di quest’ultimo, aumentando così la compliance della persona.
Si confida nel fatto che in questo modo il busto venga utilizzato maggiormente; per il tempo necessario a un corretto trattamento e senza importanti modifiche delle abitudini quotidiane.
Il busto va monitorato nel tempo dal punto di vista tecnico per far si che per tutta la durata della terapia questo agisca sempre nel miglior modo possibile.
Dott. Calloni – Tecnico Ortopedico
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