È iniziato il periodo del “a settembre si inizia la dieta”, “dopo le ferie mi rimetto in riga”, “quando torno mi do una regolata”.

È vero che in vacanza di solito si adottano ritmi più lenti e abitudini più rilassate (non solo a tavola), ma è sempre necessario mettersi a dieta al rientro dalle ferie?

Com’è fatta una dieta per il rientro dalle vacanze?

Non esiste un protocollo che vada bene per tutti, ma negli anni riviste, influencer e programmi tv ci hanno abituati a quadro alimentare che bene o male presenta queste tre caratteristiche:

  1. alimentazione restrittiva, su vari fronti: togliamo l’alcol, togliamo gli zuccheri, stiamo attenti al sale e ai condimenti… diete particolarmente restrittive possono anche suggerire di eliminare alcuni cibi specifici, o addirittura alcuni gruppi alimentari in toto (per esempio, tutte le fonti carboidrati);
  2. mangiare poco: per eliminare i kg presi durante le vacanze, per compensare a quei gelati o aperitivi sulla spiaggia che ci siamo concessi, per correre ai ripari dopo tutti gli sgarri che abbiamo fatto mentre ci stavamo divertendo;
  3. detox, che può essere proposto in varie formule: dalla necessità di depurarsi a quella di eliminare le tossine accumulate, dalle tisane per depurare il fegato agli integratori per pulire l’intestino, l’elemento comune a queste strategie è sempre il sottinteso che le vacanze in qualche modo ci lascino delle scorie da eliminare.

 

È davvero così?

Davvero dobbiamo correre ai ripari, come se le vacanze facessero danni al nostro corpo, magari sentendoci in colpa per aver vanificato tutti gli sforzi fatti nei mesi precedenti?

Non proprio: diete di questo tipo non offrono grandi benefici, anzi! Spesso sbilanciano ulteriormente l’alimentazione, possono lasciare un senso di fame importante e quindi rendere ancora più difficile la gestione della propria giornata alimentare.

 

Quindi come è meglio procedere?

Parola d’ordine: equilibrio. Non serve fare diete drastiche, serve recuperare le buone abitudini che magari in vacanza abbiamo messo in stand-by.

 

Cosa non dovrebbe mancare:

Senz’altro l’acqua, per mantenerci adeguatamente idratati. Poi, porzioni generose di frutta e verdura; i legumi come fonti di proteine, consumati più spesso rispetto magari a salumi e formaggi (che tendono ad essere più ricchi di sale); primi piatti a base di cereali, preferibilmente integrali, conditi con un filo d’olio ma insaporiti con spezie, verdure ed erbe aromatiche: la soddisfazione del palato è fondamentale, non possiamo pensare di sentirci soddisfatti del nostro modo di mangiare se non gradiamo ciò che abbiamo nel piatto.

E poi, ovviamente: della sana attività fisica, che ci risulti piacevole e soprattutto sostenibile all’interno del nostro stile di vita e della nostra organizzazione (è poco utile “partire in quarta” con palestra, corsi e sessioni, se lo facciamo malvolentieri o già sappiamo che non potremo sostenere a lungo certi ritmi…).

 

Di che cosa è meglio invece fare a meno?

Lasciamo stare regole alimentari troppo rigide o intransigenti: darsi proibizioni ferree non ci aiuta ad avere più disciplina, anzi può aumentare il rischio di mollare tutto nel giro di poche settimane.

Lasciamo anche stare l’ambizione al perfezionismo, l’obiettivo di avere, dall’oggi al domani, una dieta o un regime di allenamento “perfetti”. Ricordiamoci sempre che la dieta perfetta non esiste, e delle sane abitudini coltivate in modo graduale saranno senz’altro più sostenibili e più efficaci di una dieta lampo o di un protocollo detox.

 

Ti rivedi in queste situazioni? Se la risposta è sì, e vorresti valutare di ricevere una consulenza personalizzata per migliorare le tue abitudini in modo sostenibile, contattaci! La biologa nutrizionista del centro 2emmeRIAB sarà a tua disposizione.

Dott.ssa Francesca Bordina – Biologa Nutrizionista