Tutti pensano che la cervicalgia (il dolore al collo) sia data solo da problemi posturali-meccanici, in realtà, acquisendo esperienza nel campo terapeutico e seguendo corsi di aggiornamento, si rileva che spesso la cervicalgia sia scatenata da un problema emotivo-tensivo (es. lo stress).
Qual è la differenza? E quali sono le loro caratteristiche?
Il disturbo posturale-meccanico è dato dalla postura della persona, da un trauma al rachide cervicale (es. colpo di frusta) o da un sovraccarico lavorativo. Il dolore è ben localizzato nel rachide cervicale ed evocabile con il movimento. È un disturbo isolato che corrisponde di solito ad una determinata area. Risponde in maniera efficace a quasi tutti i trattamenti terapeutici in quanto c’è corrispondenza causa-effetto (causa-dolore).
Il disturbo tensivo è dato da quanta tensione emotiva-nervosa la persona accumula o ha accumulato. Il dolore è diffuso e non è legato ai movimenti. Vi è uno stato nervoso (temporaneo o cronico) che mantiene i muscoli in uno stato elevato di tensione e contrattura. Sono presenti altri disturbi come la stanchezza, i problemi gastroenterici, la qualità del sonno, la tachicardia, uno stato di agitazione ecc. Ci sono altri due sintomi che possono emergere: molta sensibilità al tocco e disturbo dell’equilibrio (vertigini o sbandamento).
La maggior parte delle persone ha un mix tra i due disturbi con la preponderanza di uno dei due.
Se il disturbo tensivo è molto preponderante il miglior approccio per il paziente non è solo la terapia manuale o l’esercizio funzionale ma anche affidarsi ad una figura come lo psicologo-psicoterapeuta. La sinergia di entrambi i professionisti porterà la persona ad un benessere psichico e fisico.
Va, infine, citata anche la cervicalgia “metabolica” che rientra in una cervicalgia di tipo tensivo: sotto stress cronico ci potrebbe essere la tendenza di utilizzare il cibo come consolazione che potrebbe portare ad un’alimentazione scorretta e disordinata nel tentativo di “tenere a bada” lo stato emotivo-tensivo. In questo modo si crea un’infiammazione metabolica generale dove spesso il tratto cervicale è il primo a soffrirne. È giusto quindi considerare in questo frangente un approccio non solo manuale (osteopatico, massoterapico ecc.) ma anche di collaborazione con un professionista dell’alimentazione.
Il dolore al collo, quindi, oltre ad essere dato da un trauma o da una postura scorretta, può essere un segnale che il nostro organismo sia troppo sotto stress o che si stia proteggendo da qualcosa: quando infatti ci proteggiamo inconsciamente ci “chiudiamo con le spalle” irrigidendo tutto il rachide cervicale.
Un’attenta anamnesi da parte dell’operatore vi aiuterà a scegliere il percorso giusto per voi e a risolvere la vostra cervicalgia.
Dott.ssa Meroni – Osteopata DO MROI, Massoterapista MCB, TO
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