Il sonno è una parte importante, se non fondamentale, della nostra vita. Un buon sonno riposante e di qualità ha infatti risvolti benefici sul nostro stato psicofisico ed in particolare sulla memoria poiché aiuta nel consolidamento dei ricordi, sul sistema immunitario, sul sistema cardiovascolare e metabolico e sulla nostra qualità di vita di tutti i giorni.
Per favorire una buona notte di sonno è importante una buona e corretta igiene del sonno. Ma di cosa si tratta? Sostanzialmente riguarda piccoli accorgimenti da apprendere e inserire nella nostra routine giornaliera e notturna che possono aiutare e favorire una buona qualità del sonno e ridurre l’insonnia. Vediamone alcuni:
- Cercare di mantenere, quando possibile, gli stessi orari per la sveglia e per il coricamento, aiutando così il proprio ritmo sonno veglia
- Ridurre le fonti di stress durante la giornata e in generale nella propria vita
- Praticare attività fisica durante il giorno, evitando di praticarla a ridosso dell’addormentamento
- Disattivare le notifiche del telefono e non utilizzarlo prima di dormire, riducendo così l’esposizione alla luce blu e agli stimoli
- Utilizzare il letto solo per dormire o per l’attività sessuale
- Non assumere sostanze eccitanti o alcool prima di dormire
- Se non si riesce a dormire, alzarsi del letto e fare qualche attività fuori dalla camera da letto
- Coricarsi in una camera da letto adatta al riposo, con temperatura, luce e suoni adeguati
- Prestare attenzione alla propria alimentazione
- Sperimentare tecniche di rilassamento e di respirazione prima di addormentarsi
- Ascoltare rumori bianchi
Ovviamente questi accorgimenti possono essere utili e facilitare l’addormentamento e il mantenimento del sonno ma non possono combattere completamente l’insonnia. E’ necessario infatti individuare, all’interno di un percorso psicologico o psicoterapeutico, ciò che sta inficiando e peggiorando la qualità del sonno.
Il sonno infatti può essere caratterizzato da difficoltà di addormentamento, risvegli precoci o frequenti durante la notte. In questi casi si parla di insonnia inziale, intermedia o terminale.
L’insonnia può essere occasionale (come capita a tutti almeno qualche volta nella vita) oppure ricorrente e legata ad un particolare periodo di vita o cronica in alcune patologie mediche.
Non si tratta tanto di quante ore si dorme durante la notte poiché ogni individuo ha il proprio fabbisogno di ore da dormire ma quanto di un buon sonno di qualità, senza continui risvegli o difficoltà di addormentamento. Per parlare di insonnia infatti va presa in considerazione anche la ricaduta che la privazione di sonno ha sul singolo individuo.
Soffrire di insonnia rende poi difficoltoso affrontare la giornata e gli impegni poiché si resta assonnati, privi di energie, stanchi, con difficoltà di concentrazione e spesso anche con irritabilità e umore deflesso. Questo ha inevitabilmente ricadute sulla vita quotidiana, sulle prestazioni e sullo stile di vita.
Per l’insonnia cronica e ricorrente è opportuno anche rivolgersi al medico e valutare se è necessario approfondire con esami strumentali e diagnostici la presenza di una qualche patologia correlata. E’ inoltre importante rivolgersi ad uno psicologo o psicoterapeuta per approfondire ed analizzare le cause scatenanti e per poter attenuare e ridurre le difficoltà.
L’insonnia infatti è spesso alimentata da fattori ansiogeni, stati depressivi o pensieri ricorrenti. Le fonti di stress o l’ansia possono mantenere “sveglio” il cervello, tenendoci ancorati a pensieri ricorsivi e disturbanti durante la notte, spesso senza fine e risoluzione. In questo caso la psicoterapia verterà sull’individuazione e l’analisi di questi pensieri e sul significato che essi assumono e svolgono all’interno della nostra vita in quel particolare momento.
Dott.ssa Gloria Baio – Psicologa Psicoterapeuta dello studio 2emmeRiab
Fonte immagini: Pexels
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